Sabato 23 Novembre 2024
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Nel 2015 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Risoluzione “Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile”, fissando i cosiddetti Sustainable Development Goals (SDGs), avendo come prospettiva l’idea della sostenibilità intesa come una trasformazione profonda in cui aspetti economici, ambientali e sociali sono intimamente collegati.
Trascorso un terzo dei quindici anni fissati dall’Agenda, si osserva che è ancora lungo il percorso per raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
L’impegno congiunto dei Paesi per la lotta ai cambiamenti climatici è stato formalizzato sempre nel 2015 anche con l’Accordo di Parigi, in cui i 190 Paesi firmatari si sono impegnati per combattere il cambiamento climatico e per accelerare e intensificare le azioni e gli investimenti necessari per un futuro sostenibile a basse emissioni di carbonio.
L'Accordo di Parigi, che è il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sui cambiamenti climatici, pone tra gli obiettivi mantenere l’aumento della temperatura globale di questo secolo ben al di sotto di 2 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali e perseguire gli sforzi per limitare ulteriormente l'aumento della temperatura a 1,5 gradi Celsius.
Qual è la strategia green dell’Unione Europea?
Nel 2019 la Commissione Europea ha presentato la nuova strategia di crescita dell’Unione: il Green Deal Europeo che si dovrebbe concretizzare in una serie di misure che saranno realizzate nel prossimo futuro con l’intento di rendere l’Europa il primo continente al mondo neutrale da un punto di vista climatico entro il 2050.
Il Green Deal Europeo si articolerà attorno ad alcuni temi specifici, quali biodiversità, agricoltura e industria sostenibili, energia pulita, costruire e ristrutturare migliorando l’efficienza energetica degli edifici e nel rispetto dell’economia circolare, mobilità sostenibile, eliminazione dell'inquinamento.
La crisi pandemica provocata dalla diffusione del Covid-19 non ha fermato le politiche per la rivoluzione verde, anzi, questa è diventata pilastro sempre più centrale della ripresa economica sia in Italia che in Europa.
Il piano Next Generation EU mira ad una ripresa sostenibile, uniforme, inclusiva ed equa per tutti gli Stati membri, investendo soprattutto nella transizione energetica e nella transizione digitale.
Ogni Paese è vincolato a destinare almeno il 37% dei fondi alla transizione verde, in linea con quanto stabilito dal Green Deal Europeo e con l’obiettivo di ridurre le emissioni del 55% entro il 2030, e non meno del 20% alla transizione digitale.
I temi della Green Economy, dei Green Jobs e del loro impatto sul mercato del lavoro sono quindi l’elemento decisivo per una ripresa economica che passi attraverso la transizione ecologica.
La sostenibilità competitiva e la resilienza alla crisi sono oggi considerate due facce della stessa medaglia, ribadendo come la dimensione verde sia un fattore cruciale della resilienza europea e la risposta alla crisi viene vista come un'opportunità unica per accelerare il Green Deal europeo.
In questa prospettiva, per cogliere le opportunità della green economy sarà indispensabile saper valutare in anticipo quali competenze professionali saranno necessarie per accompagnare e accelerare il processo di transizione.
In questo contesto diventa ancora più importante lo sforzo intrapreso da Unioncamere per studiare il fenomeno della Green Economy, anche attraverso il progetto Excelsior realizzato in accordo con l’ANPAL.
Allegato La transizione green